Mi racconto
Come ho gia scritto nella presentazione, sono Valentina e sono una dietista. Ma le informazioni relative ai miei studi ed ai miei interessi le puoi trovare nella sessione "About me".
Qui vorrei presentarmi in un altro modo, come la Valentina che è passata attraverso anni di disturbi alimentari ma che finalmente dopo molto impegno e anni orribili ne è uscita.
Voglio condividere questa storia con te in modo che capisca che non sei sol*, che sono cose che possono succedere a tutti, ci sono persone più o meno predisposte o sensibili, ma soprattutto che se ne può uscire e si può ri-iniziare ad avere un buon rapporto con il cibo e con l'immagine che vedi tutte le mattine allo specchio.
Tutto ha avuto inizio quando ero solo una bambina, sì i DA colpiscono anche i bimbi purtroppo. Allora mangiavo spesso con la mamma, perennemente a dieta, e la nonna, sfegatata sostenitrice del "se sei grass* sei automaticamente brutt*". Quindi sono venuta su con l'idea che l'aspetto fisico, ma soprattutto la magrezza, fosse tutto. Vi lascio immaginare una bambina normopeso di 8 anni che il giorno della ginnastica a scuola si faceva le pare perché i pantaloni della tuta le facevano le "gambe grosse" o "la pancia".
Da qui poi non ha fatto altro che peggiorare la situazione, in modo silente siamo arrivati ai 14 anni che facevo nuoto a livello agonistico "solo per non diventare grassa".

La situazione è precipitata quando a 18 anni ho smesso di nuotare e mi sono ritrovata a pensare "ok non mi alleno quindi non ho necessità di mangiare". E così è iniziata la mia quinta liceo tra un pasto regalato al cane e le tre ore in palestra a fare corsi per smaltire le poche calorie ingerite, è stato un incubo (anche se ovviamente allora mi sentivo la persona più powerful del mondo).
Dopo di che, dopo l'esame di maturità ho passato un'estate stressante a preparare test d'ingresso in compagnia di mia cugina (povera santa ragazza), della mia amica M. e del mio povero fidanzato E. che giustamente ho fatto impazzire. Diciamo che ero un po' un peso per tutti.

Con i test d'ingresso per l'università alle porte sono passata dall'anoressia alla bulimia e ovviamente questa "sconfitta" mi ha fatto pensare di non essere in grado neanche di rimanere a dieta e soprattutto di non sapermi controllare. Vi basti pensare che in una settimana in montagna con i miei genitori e la mia amica F. ho preso ben 4 chili mangiando come una disperata di nascosto. Non posso immaginare uno stato d'animo peggiore di quello che precedeva e seguiva ogni singola abbuffata, ogni volta con la promessa che sarebbe stata l'ultima.
Dopo i test sono entrata a Veterinaria a Milano e mi sono trasferita lì, ogni settimana salivo con una torta di verdura che costituiva il mio pranzo per i 5 giorni in università e dal venerdì sera alla domenica a pranzo, che trascorrevo a Genova, iniziavano le mie amate/odiate abbuffate. I giorni a Milano erano così fatti: compravo tre cose in croce da mangiare, perché se non c'era cibo non potevo mangiarlo. Ma poi mi concedevo una merendina dalle macchinette e partiva l'abbuffata, allora bisognava subito correre ai ripari e trascorrere il pomeriggio nella palestra dietro casa per smaltire, con il cibo che ancora ballava nello stomaco.
Ve la faccio breve: a un certo punto non ce l'ho più fatta e ho detto ai miei genitori che dopo le vacanze di natale non avrei rimesso piede a Milano. E così è stato.
Da lì è iniziato un percorso contro i DA che è durato anni, un po perché avevo in mente ancora un obiettivo sbagliato (dimagrire, nonostante fossi assolutamente normopeso) e in parte perché ho incontrato professionisti che non sono stati all'altezza del loro compito, anzi.
L'anno successivo ho iniziato il primo anno di Medicina e ho lavorato come istruttrice di nuoto e fitness in acqua (lavoro che ho adorato fino all'anno scorso perché con lo studio per la tesi non avevo tempo a sufficienza). Alla fine dell'anno, dopo aver sostenuto tutti gli esami, ho deciso che non era il mio percorso, ho fatto il test per Dietistica e finalmente ho trovato la mia strada.
Dopo il primo semestre a Dietistica ho smesso di abbuffarmi, ho però continuato ad avere dei pensieri disfunzionali verso il mio corpo e la mia persona che sono riuscita a sconfiggere solo l'anno successivo grazie all'aiuto di uno psicoterapeuta pazzesco che mi ha aiutata a pensare in modo funzionale.

Ora finalmente mi voglio bene, ho imparato ad avere un buon rapporto con ciò che vedo allo specchio alla mattina e non sono piu alla ricerca di quella perfezione che non esiste in natura. Amo i miei pregi ed i miei difetti. Non fraintendetemi, ci sono sempre giorni in cui mi sento giù e di conseguenza mi vedo più grassa o mi sento peggio con me, ma ho imparato che è normale, che basta aspettare e la sensazione sparisce.
Quello che ho imparato dalla mia esperienza è che nonostante la mia storia di disagi dal punto di vista alimentare e dell'immagine corporea è possibile aver un bel rapporto con il cibo e questa è la cosa migliore che ci sia.
Il mio obiettivo, almeno per ora, è quello di aiutare le persone che si trovano in quella situazione a ritrovare una tranquillità e un equilibrio nel loro rapporto con l'alimentazione perché puo davvero cambiare la vita. E soprattutto vorrei che le persone che mi leggono o che decidano di affidarsi a me in un percorso nutrizionale capiscano quanto sia normale avere fame, avere giornate no o avere voglia di un dolce anche se la dieta non lo prevede.
Vorrei che capissimo che un corpo per essere bello non deve essere perfetto (anche perché la perfezione che vediamo sui social, a meno che tu non abbia chirurgo plastico o un abile photo editor, non esiste in natura).