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Dieting e abbuffate

Per molto tempo dopo l'inizio delle abbuffate mi sentivo in difetto, come se non fossi stata all'altezza o abbastanza forte per continuare nella mia restrizione ferrea. Questo senso di inferiorità e sconfitta non mi dava pace, perché mi sentivo una persona "debole" che era uscita dall'anoressia, dal sottopeso, non per mia scelta ma per mancanza di controllo. Se qualcuno di voi ha mai sperimentato un'abbuffata sa che si di cosa sto parlando quando dico "mancanza di controllo", per chi invece fortunatamente non lo sa proverò a spiegare in modo semplice quello che succede:

  1. inizi a sentire una strana voglia in bocca, ti senti agitat* e non riesci a concentrarti su nulla se non su questa "fame" che fame vera non è. Si tratta di una fame nervosa o emotiva, ma questa forse la avete provata tutti prima di un esame o di una situazione stressante, ecco in questo caso è molto più "potente", non ti lascia spazio per altri pensieri

  2. provi a resistere, ma senza nessun successo e pensi "ok dai, mi mangio un biscotto che male non fa e poi torno su subito"

  3. ti assicuri di essere sol* o che le altre persone che sono in casa siano distratte e non entrino in cucina

  4. ti fiondi in cucina con una scusa, mangi il primo biscotto e bom il tuo cervello entra in trans

  5. un solo biscotto che ti eri concess* diventa mezzo pacchetto, poi passi ai cracker, alla torta che hai sulla credenza della cucina, al polpettone nel frigo, al panettone avanzato nonostante tu sia intollerante al lattosio o celiaco, al gelato alla crema nel freezer, le merendine per la colazione di tuo papà o ancora pasta avanzata, farina, zucchero, avanzi vari e chi più ne ha ne metta (fuori casa la situazione è diversa: è possibile che questa voglia immensa arrivi quando sei in giro e quindi vai al supermercato e assalti gli scaffali comprando le cose di cui più hai voglia che sai finiranno presto nel tuo stomaco, anzi non vedi l'ora).

  6. a un certo punto realizzi che lo stomaco ti fa male, che è pieno ma forse non è ancora il momento di smettere, ancora due biscotti dai... e via di nuovo

  7. quando stai male, con la pancia che ti tira, finalmente esci dallo stato di trans e decidi che è l'ora di smettere

  8. questa è la fase peggiore, inizia un senso di odio, schifo e disgusto nei tuoi confronti. Inizi a sentirti un inett* perchè anche questa volta non sei riuscit* a resistere e ti riprometti che sarà l'ultima

  9. pres* dal senso di odio verso di te cerchi un modo (inutile, ma questo ve lo spiegherò in seguito) per eliminare le calorie ingerite ed ecco qui che iniziano i metodi di compenso: questa è una scelta molto personale, c'è chi preferisce il vomito, chi i lassativi o i diuretici e chi l'attività fisica eccessiva (AFE)

  10. al termine del metodo di compenso ti senti un po meglio ma comunque sempre malissimo, continui a covare un odio nei tuoi confronti, nei confronti di questa tua debolezza e decidi di restringere assolutamente il pasto successivo; quello che non sai è che così facendo innescherai molto probabilmente un'altra abbuffata.

Questa appena descritta è un'abbuffata oggettiva, ma esistono anche le abbuffate soggettive: il procedimento è simile ma al posto di mangiare svariati alimenti mangi due biscotti o una fetta di pane, sempre di nascosto e sentendoti di aver perso il controllo.


Ora anche tu che non le hai mai sperimentate hai un'idea di quello che succede in quel frangente.


Adesso cercherò di spiegarvi in modo "scientifico" l'origine delle abbuffate (se ne soffrite dopo aver letto queste righe vi sentirete meno sbagliat*).

Prima di proseguire faccio una, anzi due premesse:

  • La prima è che la serotonina (o ormone del buonumore) viene prodotta tra le altre cose, dal suo precursore 5-OH-triptofano che assumiamo con il cibo e in particolare con i carboidrati.

  • L'altro concetto che mi preme condividere con voi è quello della soglia di attivazione serotoninica: è molto semplice ed intuitivo, funziona come con la soglia del dolore, se hai un'alta soglia di attivazione per percepire gli effetti positivi della serotonina te ne serve molta, se invece la tua soglia è bassa te ne serve molto poca per star bene.

Allora quando noi decidiamo di seguire una dieta ferrea o di restringere eccessivamente il nostro apporto dietetico assumiamo meno cibo; se siamo in un regime di dieta ferrea e molto ipocalorica andiamo piano piano a limitare l'assunzione di carboidrati (glucosio) e a lungo andare andremo incontro ad una deplezione delle nostre scorte di glicogeno. E' possibile che riusciremo a sostenere una condizione di dieting per 6 mesi/1 anno o anche di più, questo penso vari dall'apporto calorico della dieta e dalla nostra soglia di attivazione. Arrivati a un certo punto il nostro caro organismo mette in atto la gluconeogenesi, ovvero visto che non dispone di abbastanza glucosio sacrifica degli aminoacidi per costruire nuovo glucosio. Ecco, questo è il momento in cui se hai un'alta soglia di attivazione serotoninica iniziano le maledette abbuffate!

Come puoi vedere non si tratta di una condizione di "poca forza di volontà", "scarso autocontrollo", "debolezza" o "gola incontrollata", ma di fisiologia. Il tuo corpo risponde in questo modo per mettersi al riparo, per avere quella serotonina che lo fa stare meglio. Non dipende da te, non è "colpa" tua.


Poi da qui inizia un circolo, ok mi sono abbuffat* quindi il pasto successivo digiuno o comunque restringo per il periodo successivo. E' sicuramente il pensiero più comune (figuratevi che a me era anche stato consigliato da una professionista, esperta in DA!), ma se restringi ancora cosa succede?

- Innanzitutto avrai delle fantasie di credito, cioè "ho digiunato quindi devo recuperare il pranzo e la merenda di oggi" e via con l'abbuffata;

- in secondo luogo abbiamo i pensieri e le preoccupazioni verso il nostro peso o il nostro corpo che sono dei bellissimi trigger per le abbuffate;

- e ancora si reinstaura il processo legato alla soglia di attivazione serotoninica per cui magari dopo 3-4 giorni di restrizione estrema riparte un'abbuffata.


Quindi assecondando la nostra idea di necessità di restringere dopo un'abbuffata non faremo altro che alimentare questo processo e sentirci sempre peggio con noi.


Le diete che troviamo sui giornali di moda, che ci vengono propinate dai social o da alcuni professionisti che credono ancora di poter far dimagrire la gente mantenendola in salute con 1100 kcal, possono essere un trigger per le abbuffate se la nostra soglia di attivazione serotoninica è alta.

Se anche a te è successo, se non soffri di un DA conclamato ma comunque hai delle abbuffate che possono essere oggettive o soggettive (come ho spiegato sopra), sappi che non è colpa tua.


Il modo migliore per affrontare una situazione del genere sarebbe quello di evitare restrizioni dopo l'episodio bulimico. Ovviamente questa è una risposta semplicistica, quello che dovresti fare se soffri di abbuffate è intraprendere un percorso con un professionista o ancora meglio con un team di professionisti. Chiedere aiuto può essere estremamente difficile, ma ne vale la pena.

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Ciao, grazie per essere passato.

Sono una dietista e vorrei aiutarti a trovare un equilibrio nella tua alimentazione!

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